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martedì 8 ottobre 2013

La Megalitica Struttura Sommersa Di Yonaguni ...Piramide o cosa ?

Nel 1995, poco distante dall'isola giapponese di Yonaguni, situata nell'estremo sud dell'intero arcipelago nipponico, tra i 60 e i 70 metri sotto il livello del mare, un sub locale venne in contatto con dei massi enormi di pietra, posizionati in modo tale da sembrare che formasse una enorme scalinata. Si accorse ben presto che aveva trovato qualcosa di gigantesco, ma prodotto da qualcuno.

La notizia si sparse subito, attirando ancora più turisti sull'isola.

Ma inutile dire che i progetti di cover-up sparsi tra i vari governi, soprattutto quelli delle "nazioni avanzate", hanno fatto di tutto pur di ritardare la notizia.

Difatti, ancora oggi la notizia dell'incredibile scoperta archeologica non ha ancora ricevuto il giusto eco.

Gli studiosi ancora non hanno saputo dare una risposta adeguata a questo rompicapo: è evidente che la civiltà che ha creato tali immense opere risalgono ad un periodo storico in cui quelle terre non erano sommerse.

Dunque, fino a 12.000 anni fa, nessuno aveva potuto creare qualcosa in quella zona, bensì prima.

La storia e l'archeologia moderne non conoscono nessuna civiltà che abbia potuto creare costruzioni così elaborate in quell'epoca antidiluviana.

Un team di geologi giapponesi ha ricostruito al computer la mappa del sito sottomarino. 

 

(La ricostruzione al computer)

Creato su una base leggermente analoga a quella di Giza, che ha potuto resistere ad un simile peso, doveva forse essere una maestosa città scolpita nella roccia, un gigantesco luogo di culto, o probabilmente un sorta di osservatorio celeste.

Intorno all'enorme sito, sono stati localizzati 8 punti sospetti di essere piramidi gradonali (modello Saqqara, anche se queste in Giappone sono molto più perfette), che presentano angoli litici molto precisi: in certi punti osservando le strutture viene da pensare vista la precisione di alcuni tagli eseguiti sulle rocce megalitiche che ai giorni nostri ci vorrebbe l'utilizzo di una tecnologia laser per avere una fattura simile.

Insomma, sotto quelle acque in un tempo davvero molto lontano da noi e dalla nostra memoria si ergeva possente un vero e proprio centro importante, evidentemente di una civiltà già progredita.

Il Diluvio universale, il terribile evento passato alla leggenda, prima che alla storia, è datato al 10.450 a.C. e qui vi offro un'ipotesi: prima di esso, qualche civiltà evoluta (molto probabilmente non terrestre) in simbiosi con una civiltà meno evoluta (ovvero i nostri avi) abbia colonizzato la Terra intera, che certamente all'epoca era in una situazione climatica totalmente differente.

Ma il Diluvio, causò un improvviso innalzamento delle acque, che ne ne derivò la conseguente sparizione totale della doppia pressurizzazione atmosferica, minacciando la scomparsa assoluta di questa civiltà, tutto è probabile.

 

 La scoperta del sito nipponico sommerso

Sappiamo che le prime grandi culture della nostra civiltà furono quelle Egiziane e Mesopotamiche; ma se la scoperta fatta recentemente Yonaguni in Giappone, si rivelasse esattamente quello che sembra, allora dovremmo riscrivere la storia dell’intera umanità.
Una misteriosa struttura scoperta sui fondali di Yonaguni (piccola isola dell’arcipeago delle Ryukyu a Sud del Giappone), potrebbe rivelarsi la più antica costruzione fatta dall’uomo. In questo modo ci sarebbero addirittura le prove dell’esistenza del leggendario Mu, continente che secondo una leggenda si inabissò nell’Oceano Pacifico migliaia di anni fa. 

Fin dal 1868, quando il colonnello Jason Churchward affermò di essere in possesso di alcune tavolette di argilla, che recavano incisa in una scrittura misteriosa la storia del grande continente di Mu, si iniziò a cercare qualcosa che fosse una traccia di questa antica civiltà in tutto il Pacifico, senza però mai avere successo.

Nel 1985 però, il giapponese Kikachiro Aratake, un Sub di Yonaguni, durante un’immersione a circa 150 metri al largo dell’isola, fece una sensazionale scoperta: un’enorme struttura di pietra dall’aspetto simile a una piramide, che si ergeva a una profondità di 25 metri.


Aratake, subito dopo la scoperta, descrisse il momento in cui vide per la prima volta la struttura con queste parole:


“Nuotavo spinto dalla corrente quando improvvisamente mi si parò davanti una ripida parete di pietra, dovetti aggrapparmi con le mani alla roccia per costeggiare la struttura e non essere spinto lontano.

Dopo la lunga passeggiata subacquea mi ritrovai di fronte a uno spettacolo da mozzare il fiato: la facciata era percorsa da scalinate, ognuna delle quali conduceva a terrazzamenti su vari livelli, in un insieme irregolare, ma continuo fino alla cima.

La costruzione era così perfetta che mi aspettavo da un momento all’altro di vedere qualcuno uscirne. Ma gli unici abitanti erano i pesci che nuotavano intorno a me, e il silenzio del luogo era rotto solo dal battito del mio cuore”.


Qui di seguito potete osservare una fotografia subacquea scattata durante una delle prime esplorazione del sito, foto scattata dallo stesso Kikachiro Aratake.  


(a seguire altre spettacolari immagini)

La notizia del ritrovamento fu divulgata alla comunità scientifica nel 1986 e nel 1990 la zona fu dichiarata sito archeologico, ma in molti pensarono, e pensano ancora che la struttura sia solo una bizzarra realizzazione di madre natura. 


 

Ma questa piramide è davvero opera dell’uomo o è uno scherzo della natura? 

La struttura è un unico enorme blocco di roccia lungo 200 metri, largo 150 e alto circa 20, la grandezza della base è paragonabile a quella della piramide di Cheope. 

Non si sa ancora a quando risalga la struttura, le avverse condizioni del mare in quel tratto di costa rendono molto difficili le analisi.

(Un affascinante corridoio realizzato con pietre poste luna sull'altra.)

Disegno riportante la gigantesca struttura (con annesse le misure da un piano all'altro)

Sono solo state formulate delle ipotesi a riguardo, la più avvalorata è quella che riconduce ad un innalzamento del livello del mare in seguito all’ultima glaciazione (tra i 9000 e i 10.000 anni fa), che ha probabilmente sommerso il tratto di mare davanti a Yonaguni, e che quindi la struttura risalga proprio a quel periodo, l’ultimo in cui la piramide potrebbe essere stata sopra il livello del mare.

C’è da sottolineare che quella dell’ultima glaciazione è una data ricorrente quando si parla di antiche civiltà e misteriosi ritrovamenti archeologici. 


Ma chi ha eretto questa piramide? 

Ma-saaki Kimura, docente di Oceanografia all’Università delle Ryukyu, ipotizza che sia stata una popolazione originaria dell’Asia sud-orientale. 

Sulla civiltà che presumibilmente realizzò l’opera non si sa molto; per realizzare una struttura del genere, dovevano certamente avere una grande conoscenza di ingegneria e architettura, inoltre nel sito sono state ritrovate numerose incisioni e questo fa pensare che siano stati a conoscenza di una scrittura basata su pittogrammi.



 Alcuni schizzi a matita relativi la struttura sottomarina di Yonaguni

(Un'altro corridio con quel che resta di una scala in fondo ad esso)

(il "colosso" in una foto panoramica fisheye, notare la dimensione rispetto ai sub)
 
(pietre tagliate in modo impressionante, qui la natura non ha avuto ruolo)



Un dettaglio della colossale struttura 

Le incisioni sulla pietra sono molto simili a quelle su una tavoletta di pietra ritrovata alcuni anni fa ad Okinawa, molto vicino a Yonaguni, e la cosa contribuisce non poco ad infittire il mistero; infatti la suddetta tavoletta riporta un linguaggio ancora indecifrabile ma un disegno inciso sopra ricorda molto (secondo Kimura) un tempio sommerso. (Vedi foto sotto)

Ma-saaki Rimura in una intervista rilasciata a “Newton”, descrive la struttura in ogni particolare, qui di seguito uno stralcio dell’intervista:



“La prima cosa che si nota nella sezione inferiore è un corridoio che si sviluppa lungo l’intero perimetro e che descrive, nell’estremità occidentale, una curva perfetta intorno alla parete. 

Dalla facciata Sud, quella principale, partono le scalinate che portano alla zona dei terrazzamenti ad Ovest e a quella che abbiamo definito “sacra” ad Est. 

Senza dubbio i gradini di alcune scalinate sono alti, alcuni arrivano persino a un metro, tanto da risultare poco agibili per l’uomo. 

La piramide è un monolito, cioè un unico blocco di pietra, ma durante le analisi abbiamo trovato numerose pietre aggiuntive di diverse forme e dimensioni. 

Quelle squadrate, concentrate solo nelle vicinanze della piramide, sembrano frammenti derivanti dai processi di lavorazione della struttura (per esempio l’intaglio delle terrazze e delle scale). 

Le pietre rotonde, invece, potrebbero far parte di un rudimentale sistema per drenare l’acqua piovana. 

Si trovano, infatti, concentrate solo vicino a solchi scolpiti sulle superfici di roccia, che probabilmente fungevano da grondaie.”


(Un'altro corridio con scaletta)

Qui sotto una mappa dell'intero sito archeologico di Yonaguni, fatta realizzando i dati forniti dal prof. Kimura.



Articolo sul discovery-channel-magazine

Vicino alla piramide è stato trovato un’altro incredibile reperto; una pietra megalitica simile alle sculture dell’Isola di Pasqua, questo megalite si trova incredibilmente vicino al tropico del cancro, e Kimura ne sottolinea l’iportanza:


”Si tratta di una grande roccia ovoidale con una serie di intagli nella parte superiore che sembrano tracciare un volto."

Nelle fessure orizzontali che corrispondono agli occhi sono incastrate due pietre che potrebbero rappresentare le pupille. 

"Questa precisa collocazione geografica, secondo me, potrebbe indicare che gli antichi costruttori avevano precise cognizioni astronomiche”, poichè la "faccia" è rivolta su un estremità della mega struttura, quasi come un punto di osservazione.

(una panoramica del sito con la "faccia" di profilo)


Ancora è presto per dare certezze, ma siamo fiduciosi perché sappiamo che il professor Kimura continuerà a studiare il sito archeologico di Yonagumi in cerca di risposte. Questa costruzione potrebbe rivelarsi solo una bizzarra creazione della natura o il più grande ritrovamento archeologico di tutti i tempi, se il tutto si rivelasse autentico allora dovremmo avere ancora più interrogativi riguardanti il passato del nostro pianeta, le piramidi d’Egitto, quelle dell’ America centrale e tutte le altre sparse per il mondo potrebbero avere una antica antenata, e chissà se il tutto abbia un collegamento…

ALTRE IMMAGINI DEL SITO







Rappresentazioni al computer

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Qui sotto un interessante video realizzato da History Channel riguardante il sito di Yonaguni
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 Collage delle immagini salienti


martedì 9 aprile 2013

Le Piramidi sommerse al largo della costa di Cuba, dimenticate

Nel 2001 un team di ricercatori facenti parte di una società canadese che lavorava al largo della costa occidentale di Cuba, scoprì delle rovine di un’antica città sommersa da migliaia di anni. 
L’incredibile scoperta, avvenuta grazie alle sofisticate apparecchiature sonar capaci di rilevare strutture in pietra sino a 650 metri di profondità, destò particolare interesse in tutta la comunità scientifica, che ne avviò le indagini. 
I primi esploratori individuarono il complesso nel 2000, quando venne scansionata l’area attraverso una sofisticata apparecchiatura che produsse varie immagini di pietre disposte simmetricamente. 

In basso il sito archeologico scoperto nei fondali del Mid-Atlantic Trench (Sonar Image)

Paulina Zelitsky, ingegnere russa assegnata allo spionaggio sottomarino durante la guerra fredda, e suo marito Paul Weinzweig, ricercatore della “Advanced Digital Communications” (ADC) che ha sedi in Canada e Cuba, a bordo del loro vascello di ricerca “Ulises”, stavano esplorando i fondali al largo di Capo Sant’Antonio a nord ovest di Cuba, in cerca di relitti da recuperare. 
Ci si rese quindi conto che la struttura doveva rappresentare un complesso urbano, per cui venne successivamente inviato un robot esplorativo molto avanzato. Scelsero di avvalersi del Remotely Operated Vehicle (ROV), teleguidato, in grado di riprendere immagini e raccogliere campioni di roccia a grandi profondità. 
Ad accompagnarli nella spedizione c’erano anche esperti locali, tra i quali il dott. Manuel Iturralde, geologo ricercatore del Museo di storia Naturale di Havana. 
Le riprese subacquee confermarono la presenza di enormi blocchi di granito ben levigato. 
Secondo i ricercatori alcuni di questi presentavano delle forme piramidali, altri circolari, alcuni incredibilmente allineati. 

Altro particolare delle varie strutture sommerse. (Sonar Image)

Dopo le analisi dei campioni e delle immagini relative alle spedizioni del 2001, Iturralde confermò che quelle strutture erano sicuramente fuori dell’acqua in passato e che, non essendoci spiegazioni geologiche diverse in merito alla loro composizione, forma e disposizione, potrebbero essere state perlomeno modificate da un intervento umano. 
La datazione delle strutture risaliva a 6000 anni fa, una data che precede di 1500 anni le grandi piramidi egizie. 
“E’ una struttura veramente meravigliosa che sembra un grande centro urbano del tempo,” riferì l’esploratrice Paulina Zelitsky all’agenzia di stampa Reuters. 
“Tuttavia, sarebbe del tutto irresponsabile affermare qualcosa di certo prima di avere prove“.

Alcune delle strutture sommerse scoperte al largo di Cuba.

Un campo largo sul sito scoperto, strutture sorprendenti.

Una delle piramidi scoperte nei fondali cubani.

Qualcuno ha anche ipotizzato probabili correlazioni con il Diluvio Universale narrato dalla Bibbia, sulla quale si legge che il nostro pianeta venne sconvolto da pesanti inondazioni diverse migliaia di anni fa. Ad oggi questa meraviglia resta sconosciuta al grande pubblico, quasi dimenticata dai media e dalle fonti giornalistiche. 
Come riferito dal ricercatore Carlo Alberto Cossano, senza voler entrare nel campo della teologia, dell’esegesi biblica o della filosofia, quindi, non è certo da visionari, mitomani o irragionevoli ammettere che le rovine sommerse di Cuba abbiano potenzialità che potrebbero obbligare a riscrivere la storia delle civiltà dell’uomo, se non addirittura contribuire a chiarire i misteri concernenti la sua origine.

IL COVER -UP

A quanto pare in Italia le notizie (come quelle pubblicate su alcuni siti web) vengono accuratamente filtrate e distorte, per creare disinformazione, ma si apprende da altre fonti che i due scienziati Paulina Zelitsky e suo marito Paul Weinzweig, hanno effettuato un'altro sopralluogo con i sottomarini per sondare i fondali a largo di Cuba e hanno trovato enormi strutture piramidali che come grandezza sono simili a quelle della piana di Giza in Egitto,  costruite con pietre che pesano centinaia di tonnellate. 
Hanno trovato sfingi, pietre disposte come Stonehenge, e una lingua scritta incisa sulle pietre. 
Perché tutto questo è stato messo a tacere?

 L’esploratrice Paulina Zelitsky

Fotografie della grotta dell’Isola della gioventù cubana in cui si osserva un simbolo a stella identico a quello visto nei fondali marini a Cuba © 2001 da Paulina Zelitsky

Il governo degli Stati Uniti ha scoperto il luogo presunto durante la crisi dei missili a Cuba negli anni Sessanta, i sommergibili nucleari da crociera nel Golfo che si trovavano in alto mare, hanno scandagliato la zona effettuando ricerche, fotografie e rilievi delle strutture piramidali. Hanno immediatamente creato una zona Off Limits  e il sito archeologico è stato messo sotto controllo, in modo da non essere preso dai russi. 
Un informatore dall’esercito, che prestava servizio a Montego Bay,  ha detto che stanno ancora lavorando sul sito per recuperare alcuni oggetti e strumenti (compresi quelli che funzionano ancora) a partire dagli anni ’60. 
Questa zona a Cuba,  non poteva essere un Bacino di meno di 10.000 anni fa … Un sito molto ben conservato. 
La nostra ipotesi è che se l’area della piattaforma delle Azzorre, fosse meglio esplorata si potrebbero trovare i resti di altre città come questa. 
Vi è un rapporto non confermato di una struttura di città come questa a 250 miglia a sud delle Azzorre. 
Questo viene confermato anche dallo scrittore famoso Charles Berlitz.

Nel numero di settembre / ottobre della rivista americana Ancient American, c’è un breve articolo intitolato ‘US Navy Atlantis Cover-up?’ 
Si dice che il 7 settembre 2001, una squadra navale proveniente dalla Spagna, era in cerca di petrolio e si è fermata a 250 km a sud ovest delle Azzorre. 
La squadra navale era dotata di due sommergibili di ricerca e durante l’immersione hanno trovato  una sporgenza lunga 90 chilometri con un tempio centrale sostenuto da tre stand di nove pilastri di circa 3 metri di diametro che sostengono un tetto piano in pietra di circa 20 metri di larghezza e 30 metri di lunghezza. 
Ci sono i resti di cinque canali circolari e ponti, oltre a quattro anelli e strutture come un tempio nel mezzo. 
Esso si trova a circa 2.800 piedi di profondità nel Mid-Atlantic Trench. 
Secondo i ricercatori, quando hanno cercato di inviare le immagini fotografiche del sito archeologico, i loro segnali sono stati bloccati da una nave della US Naval che si trovava nelle vicinanze.

A quanto pare il cover-up continua imperterrito da parte dei governi, perchè non dovremmo essere a conoscenza di tali scoperte ?
E perchè gli scienziati più illustri non vogliono proseguire a far luce sul nostro passato più remoto, lasciando poi dimenticare tali scoperte così importanti per il genere umano ?
......meditate.

I VIDEO

(naturalmente uno in inglese ed uno in francese, la tv italiana come al solito ignora tali notizie)